I ragazzi, ormai uomini, con questo incontro hanno voluto ringraziare don Michele Massaro e don Giuseppe Lomuscio, già parroco e vicario del Santuario.

Rimpatriata ragazzi dell’80

Innanzitutto, vogliamo ringraziare il padrone di casa, don Antonio, per averci dato la possibilità di incontrarci tutti qui, stasera, nel santuario dove forse molti di noi non venivano da anni e di cui ora possiamo ammirare i cambiamenti, iniziati proprio negli anni ’80 da don Peppino Lomuscio e don Michele Massaro con un radicale restauro a livello architettonico e completati oggi a livello artistico da don Antonio, con opere d’arte, di rinomanza nazionale, come la Pietà dell’Altomare e la via Crucis. Quindi, grazie don Antonio per l’ospitalità.

don antonio basile don michele massaro don Giuseppe lomuscio 002Carissimi don Michele e don Peppino,

nel mese di giugno, mentre partecipavamo ai festeggiamenti per il vostro 50° anniversario di ordinazione sacerdotale, abbiamo avuto l’idea di riunire il gruppo dei giovani degli anni ‘80 dell’Altomare per ringraziare insieme il Signore per questo importante traguardo da voi raggiunto. Dopo l’estate, vi abbiamo proposto l’idea ed abbiamo iniziato a diffondere l’invito, un po’ preoccupati per i tempi ristretti in rapporto al numero di amici da contattare. Invece, la notizia si è diffusa in pochissimo tempo e l’adesione da parte di tutti è stata subito entusiasta, segno che la nostra partecipazione qui stasera, così numerosa, non è affatto una formalità, ma è invece l’esigenza spontanea, perché partita “dal cuore” di ognuno di noi, di dire al Signore ed a voi un grande “grazie!”.

Carissimi don Peppino e don Michele,

siamo contenti, ma proprio contenti che il Signore quasi 35 anni fa ha ispirato il vescovo nel mandarvi nella parrocchia dell’Altomare. Grazie a voi, abbiamo vissuto una esperienza “unica” di comunità e di fede. Quando noi, “giovani” di allora, ricordiamo quegli anni, ci diciamo spesso che forse i “giovani di oggi” non hanno la fortuna di poter vivere esperienze di gruppo così forti come è stata la nostra.

La nostra settimana “in parrocchia” era scandita da appuntamenti fissi irrinunciabili: don antonio basile don michele massaro don Giuseppe lomuscio 004il mercoledì culturale (con la lettura e la riflessione sui documenti del Concilio o sugli articoli dei giornali oppure con un discoforum…); il giovedì del deserto (con la preghiera guidata in chiesa); la giornata settimanale per la visita agli anziani della parrocchia (quando in piccolissimi gruppi si andava nelle case dei vecchietti per chiacchierare insieme a loro un’oretta); la prova dei canti, con le chitarre mia e di Aldo; la domenica pomeriggio (!?!) per la visita agli anziani della casa di riposo di Santa Maria Vetere. Questa era la nostra settimana (sarebbe proponibile ai giovani di oggi?!), senza pensare ai momenti straordinari come i ritiri di Avvento e di Quaresima, la partecipazione a “tutti” gli eventi a carattere diocesano (convegni, ritiri, processioni…), partecipazione quasi sempre compatta a livello di gruppo. E come non ricordare gli oratori estivi vissuti in mezzo al polverone del campo dell’Altomare, non ancora asfaltato… Avevamo anche la fortuna di avere alle nostre spalle il convento delle Suore di Maria Riparatrice, con le quali abbiamo organizzato tante iniziative ed abbiamo stretto felici amicizie con suore straordinarie. Suor Bice, suor Luisa, suor Judy, suor Maria Dolores sono rimaste nei nostri ricordi e nei nostri cuori.

E poi, i recital, le feste organizzate per i vostri onomastici (con i vari canti e le parodie) che coinvolgevano tutte le fasce di età dei parrocchiani, dai bambini agli adulti. E, alla fine, i nostri viaggi in Umbria, dove abbiamo conosciuto ed imparato ad amare la figura di San Francesco, santo che ha ispirato la nostra vita di giovani di allora e che la Provvidenza ancora oggi continua a mettere in singolare collegamento con la Madonna dell’Altomare (vediamo che l’effige del santo conclude la via Crucis, voluta dal parroco di oggi, don Antonio).

Insomma, una proposta di vita di fede “unica” che per noi “giovani” degli anni ‘80, ripeto, è stata “unica” e che forse i giovani di oggi per svariati motivi non hanno la fortuna di vivere.

don antonio basile don michele massaro don Giuseppe lomuscio 006Grazie, carissimi don Peppino e don Michele, grazie per l’ambiente di crescita che in quegli anni ci avete “proposto”, ambiente nel quale ognuno di voi, con i suoi carismi, con la sua personalità, con il suo carattere, ha lasciato in noi dei messaggi preziosi.

Caro don Peppino,

da te abbiamo imparato la coerenza della fede, quella coerenza intransigente che a volte ci ricordava Gesù che scaccia i mercanti dal Tempio. Quante volte ti sei arrabbiato con noi quando non capivamo i tuoi consigli e quante volte ti abbiamo fatto scoraggiare quando sembravamo duri a comprendere la tua proposta. Eppure, subito ti tornava l’entusiasmo, quell’entusiasmo che si nota in te ancora oggi, l’entusiasmo per il Vangelo e per la tua missione sacerdotale tra i giovani di allora e tra i fedeli della tua parrocchia oggi. Di te abbiamo ammirato il tuo costante desiderio di essere sempre preparato per gli impegni che ti attendevano (le omelie, i ritiri…). Così come il tuo precorrere i tempi, senza aver paura delle novità, come quando hai sin da giovane voluto la chitarra nelle messe dei giovani o come quando hai quasi anticipato, con le visite agli anziani della parrocchia o di Santa Maria Vetere, l’invito che fa oggi papa Francesco di andare verso le periferie della Chiesa.

Caro don Michele,

di te abbiamo apprezzato la capacità di mediare… Quando i giochi cominciavano a farsi duri e gli animi iniziavano a ribollire, tu intervenivi a fare da pacificatore, con discrezione ma con decisione. Abbiamo apprezzato, inoltre, la tua cordialità contagiosa, la tua simpatia e l’allegria che mettevi nello stare con noi. E quelle tue grandi mani, capaci di stringere le nostre con calore ed affetto. Nessuno sa quale sarà l’aspetto di Dio quando lo incontreremo, ma, se Dio avrà delle mani, caro don Michele, crediamo che somiglieranno alle tue.

E da voi due, cari don Michele e don Peppino, abbiamo imparato cosa è l’amicizia, testimoniata anche qui stasera dal vostro festeggiare insieme questo evento. Due personalità così diverse le vostre, eppure dopo tanti anni ancora amici, fraternamente vicini e solidali.

don antonio basile don michele massaro don Giuseppe lomuscio 003Oggi per noi è molto di più che una semplice rimpatriata di vecchi amici per fare una festa qualsiasi. Il gruppo dei giovani degli anni ‘80 dell’Altomare ha voluto riunirsi intorno a voi non in luogo qualunque ma “in Chiesa” e, dietro suggerimento di don Peppino, non in una chiesa qualunque, ma nella chiesa dell’Altomare, il luogo di preghiera che tante volte ci ha visti riuniti con il Signore per pregare e crescere nella fede insieme. Anche questa nostra scelta di stasera è un segno che i vostri insegnamenti, seminati anni fa, hanno dato dei frutti, dei frutti di fede che speriamo continuino a maturare in noi e nelle nostre famiglie. Le strade di noi, giovani di allora, oggi si sono divise ma il ricordo di quegli anni, le parole che da voi abbiamo ascoltato, le esperienze di vita e di fede che allora abbiamo vissuto insieme rimangono nei nostri cuori ed ispirano il nostro modo di essere.

Carissimi don Peppino e don Michele, grazie, grazie per i vostri insegnamenti, grazie per la vostra testimonianza e vi auguriamo di cuore che il Signore vi doni ancora tanti anni di cammino con Lui. Auguri!

Santuario Maria SS.ma dell’Altomare, lunedì 14 settembre 2015